2010-10-21

Calcetto con i colleghi

In un ambiente di lavoro, una buona coesione tra le persone ed il gioco di squadra sono requisiti molto importanti per il raggiungimento degli sfidanti obiettivi aziendali.
Per creare e mantenere vivo tale spirito possono essere messe in campo diverse iniziative (ad esempio assemblee o progetti specifici) ma anche eventi esterni possono contribuire allo scopo. In un paese, l'Italia, in cui il calcio è tra gli sport piu' praticati, non è difficile, quando hai "molti" colleghi, trovare settimanalmente una decina di persone per giocare a calcetto, versione "leggera" del piu' noto sport che infiamma le domeniche di molti italiani.

Il calcetto o calcio a cinque, guardando come viene descritto su Internet (fonte Wikipedia), è la traduzione italiana del termine futsal, parola che deriva dalla contrazione di futbol ("calcio") e salón in spagnolo o salão in portoghese ("Salone", inteso come struttura sportiva coperta). E' uno sport di squadra di origine uruguaiana ancora attualmente chiamato futbol de salón, e nato negli anni 1930 in una scuola dove per far giocare a pallone i propri studenti in una piccola palestra o sui campi di basket ed hockey su pista all'aperto, un professore ne ideò la formula. L'idea era un gioco di squadra che potesse essere praticato sia all'aperto che in strutture coperte, sfruttando i già diffusi campi di pallacanestro, ma che ricordasse da vicino il calcio che in quegli anni godeva di una smisurata popolarità in Uruguay dopo che la nazionale aveva vinto i Mondiali del 1930 e le Olimpiadi del 1924 e del 1928.In Italia esiste ufficialmente un campionato dal 1984.

La partita avviene ogni settimana, dopo cena. Si arriva all'impianto sportivo un po' prima per cambiarsi e scaldarsi, poi al suono della campanella si entra nel campo, che da Novembre a Maggio è coperto, mentre nel restante periodo è scoperto. Il tempo di fare le squadre, distribuire le casacche e via, la partita ha inizio. Non ci sono particolari regole nel "fare le parti", anche se ultimamente viene fatta la divisione "giovani" contro "vecchi" basandosi su dati anagrafici. Si cerca comunque di fare delle squadre equilibrate in modo da rendere avvincente lo scontro agonistico. Anche il regolamento è abbastanza annacquato, permettendo ad esempio il passaggio al portiere e rimesse laterali non proprio a "regola d'arte".

Giocando in cinque contro cinque, ognuno fa il portiere a rotazione con turni di 10 minuti. Vengono definiti i vari ruoli (difensori centrali, laterali, attaccante) secondo le peculiarità di ognuno e le necessità di squadra.
La partita, normalmente combattuta, ha solitamente l'andamento seguente: inizio equilibrato dove vengono fatti pochi gol, poi una delle due squadre ha una deriva (calo fisico o semplicemente disorganizzazione di gioco dopo il cambio del portiere), dove va sotto di qualche gol. A questo punto o riesce uno spunto di orgoglio con recupero e magari sorpasso, o cede del tutto aggravando il suo passivo. Le variazioni sul tema sono molteplici, dall'equilibrio fino alla fine oppure sconfitta da predestinati. Il gioco è sentito (nessuno vuole perdere) ma anche corretto. Se qualcuno si fa male o pensa di avere subito o fatto un fallo si fa sentire ed il gioco si ferma. Raramente si esce dalle righe e magari nasce qualche discussione ma tutto rientra abbastanza alla svelta
anche perchè se due hanno di che discutere gli altri otto vogliono continuare.....
Nessuno è un campione, c'e' chi è piu' o meno portato, ma tutti cercano di dare il massimo apporto per la propria squadra.Alla fine della partita, al suono della campanella, si ritorna negli spogliatoi e mentre si fa la doccia e ci si riveste, si ripassa la partita con sfumature piu' o meno ironiche a seconda se vincitori, sconfitti, beffati all'ultimo minuto, o semplicemente rivedendo un particolare momento di gioco. Esiste anche una sorta di "terzo tempo", ovvero il giorno seguente ci si trova per bere un caffe' o ci si incrocia per via parlando ancora un po' della partita.

Dietro un evento che coinvolge persone e cose (il campo) ci vuole comunque una persona che si prende cura di gestire diversi dettagli: la "cassa" (ovvero raccogliere le quote e pagare il campo), segnare i partecipanti per la settimana dopo e gestire le defezioni che avvengono durante la settimana per i piu' svariati motivi (sia lavorativi che personali). Un ruolo che solo chi lo ha veramente a cuore puo' portare avanti!

Per riuscire a giocare da tanti anni, sono necessarie in tutti i partecipanti doti di lealtà, serietà, buonsenso, che, in fondo, sono altrettanto necessarie nella vita di tutti i giorni, sia privata che lavorativa.
Auguriamoci che l'evento possa andare avanti ancora per moooolto tempo, non ponendo limiti alla divina provvidenza!

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