2011-02-20

Viva la "FITA"! E le convenienze ed inconvenienze teatrali!

Salve a tutti, ieri è stata una giornata alquanto interessante. La mattina ho portato i bimbi a nuotare e mentre aspettavo che facessero le sue evoluzioni in piscina mi è caduto l'occhio su un poster esposto della Federazione Italiana Nuoto. Non so se avete mai fatto caso alle sigle delle varie federazioni: la più infelice per me è la FIA (Federazione Internazionale Automobilismo) che in Toscana (mancando le "C" nel parlato e quindi allungando la pausa tra la "I" e la "A") può essere fraintesa. Poi ci sono una serie incredibile di sigle con le quali, neanche a farlo apposta ad inventarne uno, si azzecca una federazione. FIAF? Federazione Italiana Football Americano. FIKTA? Federazione Italiana Karate Tradizionale. FMI? Fondo Monetario Internazionale? Macchè: Federazione Motociclistica Italiana.  FITA? Federazione Italiana Taekwondo. Se volete divertirvi guardate qui.

Comunque ho notato il poster, che era di fronte alla reception della piscina, e l'ho letto. I contenuti sono molto belli: vanno ricordati più volte a noi genitori perché qualche volte siamo portati invece a non rispettarli. Riassumo alcuni aspetti per tutti noi (genitori e non):
- non sostituitevi all'istruttore nella didattica;
- non rimproverate vostro figlio se non ha eseguito gli esercizi;
- non imponete confronti perché ognuno ha i propri tempi;
- stimolate il bimbo ad essere autonomo fin da piccolo,
- sottolineare positivamente ogni miglioramento anche se è sotto le aspettative;
- i bimbi non sono nati per soddisfare il nostro orgoglio o a compensare le nostre frustrazioni;
- i nostri bambini potranno crescere e migliorare solo con il nostro aiuto e la nostra comprensione.
Parole sante e da applicare in qualunque campo i bimbi vogliano cimentarsi. Ricordiamocelo la prossima volta che, ad esempio, andiamo a vederli giocare a calcio nella partita di campionato.
A nostra misera giustificazione di genitori dico che comunque è oggettivamente difficile averle sempre in testa quando abbiamo a che fare con i nostri bambini.

La sera, abbiamo avuto l'ultimo appuntamento teatrale con la stagione d'opera al Teatro Verdi di Pisa. Abbiamo avuto un ospite molto gradito, ovvero un amico di FIrenze con il quale ne abbiamo passate diverse assieme.
Siamo arrivati a teatro proprio mentre stavano per abbassarsi le luci e cominciare lo spettacolo. Appena iniziato la sinfonia ho sentito un brivido giù per la schiena: dopo due melodrammi (uno italiano ed uno francese) ed un'opera leggera (austriaca) eccoci ad una opera buffa  italiana. Musica allegra, vivace e leggera come solo, penso io, i compositori italiani possono scrivere. E Donizetti è uno di questi. L'opera poi io non la conoscevo, ed è credo, un'opera minore del repertorio. "Le convenienze ed inconvenienze teatrali" narra in una sorta di atto unico (diviso solo per arricchire il bar con una pausa senza molto senso) dove una compagnia teatrale si sfascia per la litigiosità dei partecipanti  fino all'ultima idea di fuggire tutti per non dover rispondere dei propri guai. Una primadonna con il marito egoista, la seconda donna con la  mamma impicciona, l'impresario con poco nerbo, il maestro senza coraggio ed il compositore senza fantasia hanno fatto scappare il tenore germanico (che cantava con tante "f" al posto delle "V") e fallire lo spettacolo. Poi la "mamma impicciona" era interpretata da un basso (uomo) e cantava un  misto italiano-napoletano, molte battute che facevano ridere il pubblico ed infine il clavicembalo sul palco suonato da un musicista che partecipava anche alla trama. Fantastica secondo me ed una vera sorpresa positiva. La scenografia mescolava l'Acropoli con la Torre di Pisa (quindi improbabile come il resto dell'opera) ed era divisa in due parti tra prima e seconda scena. C'erano più elementi che nelle altre opere (più importanti e lunghe...). Le musiche allegre e quindi, secondo me difficili da eseguire per i cantanti,  non posso che fare i complimenti a tutti per il bello spettacolo rappresentato.
Insomma serata molto bella. Poi anche il nostro amico ha gradito, per cui come ciliegina sulla torta abbiamo poi avuto un'oretta di chiacchiera a  casa a parlare del più e del meno delle ultime vicissitudini (per compensare il poco - ahimè - tempo che è durata l'opera).

Per ora un caro saluto ed alla prossima

2011-02-06

Non devi adoperarti perché gli avvenimenti seguano il tuo desiderio, ma desiderarli così come avvengono, e la tua vita scorrerà serena.

Mentre stavo finalizzando un possibile argomento per il mio blog, ecco che si materializza una possibilità veramente importante che mi ha fatto pensare "ferma le rotative"!

Oggi parliamo del dolore, non quello fisico, ma quello legato alle tristi situazioni che la vita ti pone di fronte.
Penso che ognuno di noi abbia avuto le sue sfortune e riguardo ad esse ormai mi sono fatto una sorta di personale interpretazione.

Il primo riferimento che mi piace legare a questo è un detto che mi ha insegnato mia suocera: "se ognuno andasse con la sua croce in piazza tornerebbe uguale". Questo per dire che per quanto grave possa essere la tua situazione quando senti quella degli altri non vorresti scambiare la  loro vita con la tua. Fino ad oggi non ho avuto motivo per contraddire questa massima pur con tutte le difficoltà incontrate. A 24 anni ho perso  mio padre ed a 27 anni ho avuto un piccolo problema di salute. Ma d'altro canto ho avuto soddisfazioni nello studio, ho attualmente un buon lavoro ed ho dei figli di cui essere orgoglioso.....

L'altro punto che mi piace considerare è il finale del Don Giovanni di Mozart, secondo me l'opera lirica più bella in assoluto. A Don Giovanni viene chiesto conto di tutte le nefandezze compiute in vita prima del trapasso ma lui si rifiuta dicendo qualcosa del tipo "A torto di viltate, Tacciato mai sarò" ovvero credendo fino all'ultimo in quello che ha fatto malgrado tutto. Questo per dire che il risultato di quelle esperienze può apparire agli altri come qualcosa di strano o sbagliato ma personalmente ne renderò conto al mio convitato di pietra quando mi prenderà per mano e mi inviterà nell'oblio (... "entra quindi la statua del Commendatore, vedendo Don Giovanni stupìto e Leporello tremante che  cerca di convincere il padrone a scappare, malgrado egli rifiuti. Il "convitato di pietra" vuole ricambiare l'invito, e propone a Don Giovanni di recarsi a cena da lui, porgendogli la mano. Impavido e spericolato, Don Giovanni accetta e stringe la mano della statua: pur prigioniero di quella morsa letale, rifiuta fino all'ultimo di pentirsi. Il Commendatore, molto arrabbiato, scompare in mezzo a nubi di foschia, improvvisamente compare  fuoco da diverse parti e si sente un gran terremoto; sono demoni e diavoli che stanno richiamando il libertino all'inferno...."). Se quanto ho  scritto non è chiaro vi invito a leggere la trama del Don Giovanni qui (o vedere  la scena che racconto qui da youtube).

Tutto questo per dire, alla fine, che di fronte ad eventi negativi ognuno è portato a comportarsi in modo diverso e che per persone anche vicine può essere considerato fuori luogo. Ma dal momento che dei comportamenti personali ne risponderò in altre sedi, non sentendomi in colpa, faccio come mi sento.

Arriviamo dunque al punto cruciale: un mio amico ha un problema di salute e cosa facciamo? Ne imbastiamo una intervista. Sulla base di quanto scritto sopra non ci vedo niente di strano. Il pezzo è scritto a 4 mani (io faccio le domande ed il mio amico risponde) e riporto integralmente quanto scritto dal mio amico non avendo il potere di filtrare pensieri di questo tipo. Mi sono permesso di correggere semmai qualche errore ortografico.

Ho (abbiamo) deciso di intervistarlo di nuovo fra qualche settimana per avere ulteriori ragguagli, pertanto invito tutti a dare un grande in bocca al lupo al mio amico!

Partiamo con le domande:

D: Un giorno, per caso, scopri un problema di salute non banale: cosa hai provato?
R: Per l'accezione corrente un problema di salute è sentire dolore, avere la sensazione che qualcosa non va. La mia malattia ha un approccio del tutto subdolo, personalmente non ho avuto febbre, calo ponderale, sudori notturni, prurito esteso. Un mattino scopro un linfonodo sovraclaveare ingrossato e penso a recarmi subito da un amico gastroenterologo perché allarmato.

D: Com'e' stata la comunicazione del/dei medici riguardo al "problema"? Ti sei sentito al centro del problema?
R: La fortuna di avere amicizie tra i medici è impagabile.Subito il mio referente mi ha sottoposto a ecografia totalbody, gastroscopia e si è impegnato in prima persona per organizzare la biopsia e per averne con urgenza i risultati. Senza il suo intervento sicuramente i tempi si sarebbero dilatati, inoltre è stato subito chiaro su quello che poteva essere il problema, confortandomi nel senso che la ricerca ha reso disponibili per questo tipo di malattie dei rimedi molto efficaci e poco dannosi, gli anticorpi monoclonali, che combinati con le cure chemioterapiche danno buoni risultati sul controllo della malattia e/o sulla definitiva guarigione. Per il resto sono un po' deluso per l'approccio, nel senso che per fare la biopsia su un sospetto tumore sono stato lasciato in lista dietro ernie, lipomi ecc senza che la gravità  assumesse la precedenza.

D: Quando ne hai parlato in casa hai dispensato coraggio o ne hai ricevuto?
R: Nella particolare situazione che mi riguarda, con mio padre anziano e diabetico e mia made inferma ho cercato di sdrammatizzare il problema evidenziando la positività del fattore terapia e parlando di alcuni casi di conoscenti che hanno reagito positivamente.

D: E con gli amici, com'è andata?
R: Grande partecipazione e affetto che però non riesce a tramutarsi in aiuto effettivo, nel senso che l'esperienza è talmente non comune che normalmente non sai cosa fare o quali consigli dare. Molta vicinanza invece con due persone che hanno affrontato la malattia: uno 30 anni fa e l'altro 10; con loro si sente lo spirito di gruppo, rivivono in me le loro esperienze, sono emotivamente in prima persona.

D: Come hai reagito alla situazione?
R: Quanto manca alla vetta? Tu sali e non pensarci. Non faccio progetti a lunga scadenza, vivo affrontando la giornata perché non posso sapere preventivamente come saranno le mie condizioni, cerco di risolvere subito i problemi, i vari adempimenti, scadenze,rinnovi, ecc sforzandomi di non  pensare alla gravità della malattia, ma considerando le cose positive, nel senso di assenza di dolori, di disturbi, ed affrontando i vari problemi con la consapevolezza che sono tutti piccolo passi verso la meta.

D: Le tue convinzioni personali ti hanno aiutato?
R: Non devi adoperarti perché gli avvenimenti seguano il tuo desiderio, ma desiderarli così come avvengono, e la tua vita scorrerà serena. Ho cercato di rimanere sereno, realistico, razionale.Sono cose che possono accadere a ciascuno di noi, non sono determinate da comportamenti sbagliati, eccessi, abusi, non sono punizioni divine. Ho accettato il tutto come una prova da superare, con l'aiuto di specialisti da seguire, con cui confrontarsi e a cui esporre tutti i miei problemi, anche se alcune volte vorrei aver avuto più attenzione.
Bisogna ricercare una filosofia di vita che aiuti ad accettare una situazione non tra le più amene e certamente la religione cattolica è un valido sostegno.

D: Cose di questo tipo non si risolvono da un giorno all'altro: riesci a conciliare il desiderio di guarire con i tempi necessari affinché succeda?
R: La consapevolezza della malattia mi ha fatto accettare i suoi tempi. La posta in gioco è talmente importante che i tuoi desideri passano in  secondo piano. Devi tener presente quali sono le cose che è necessario svolgere per non aggravare la tua salute, per esempio quando sei immunodepresso, per cui anche se ti senti bene devi aver presente qual'è il tuo status e non correre rischi. Certo la tua vita e le relazioni ne risentono però la posta in gioco per me ha la precedenza.

D: Come mai ti sei proposto per una intervista?
R: Quando devi affrontare una cosa della massima gravità e del tutto sconosciuta ti rivolgi dove puoi ed in particolare su internet ho trovato la  descrizione di casi che per la maggior parte sono molto duri. La verità è che ciascuno reagisce a modo proprio, ognuno di noi arriva alle terapie in determinate condizioni fisiche, le risposte agli agenti chemioterapici e non sono personalissime,ma personalmente mi sento di spezzare una  lancia alla speranza: nei dottori, nelle cure, anche in quelle a base di erbe, in tutto quanto può creare nel malato la determinazione nell'andare avanti con serenità e nella consapevolezza che ogni piccolo passo ti avvicina alla meta e che sono in tanti che ci riescono e anche dove non  dovesse arrivare la guarigione, c'è sempre la possibilità di tenere la malattia sotto controllo.

D: Per finire: cosa ti senti di dire a qualcuno che potrebbe trovarsi in una situazione come la tua?
R: - Non hai colpe particolari, non è una punizione.
- Devi affrontare la situazione con serenità e farti forte nei momenti di crisi pensando che passo dopo passo si arriva a una situazione migliore.
- Autocommiserarsi non serve a niente.
- La vita è un mistero, ciascuno ha la sua strada, nessuno è in diritto di giudicare, tutti hanno il diritto a una vita dignitosa.
- Coraggio: vale la pena sostenere tutti i sacrifici, le rinunce, le sofferenze perché ti avvicinano alla tua meta ma anche fanno di te una persona nuova, più profonda con valori più forti, vedi le stesse situazioni con occhi diversi, con una nuova filosofia di vita.
 
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