Le volte che ho l'opportunità di tornare a casa, la strada più diretta prendere l'Autostrada del Brennero (A22) che i turisti tedeschi chiamano amichevolmente Autokhaos.
Arrivato a Bolzano Sud, uscendo dall'autostrada, appare un pannello con un messaggio di benvenuto in 4 lingue. Si riassume così, secondo me, un secolo di storia: una popolazione residente di origine austriaca (senza dimenticarsi i Ladini) si è trovata suo malgrado sotto dominazione italiana (tra le due Guerre Mondiali). Poi una legislazione dedicata, qualche moto turbolento negli anni 60-70 ed eccoci alla efficiente Provincia Autonoma di oggi dove però si cerca di rimanere attaccati alle tradizioni (Corpo degli Schuetzen e toponomastica) e non si riesce ancora a mettersi d'accordo per scrivere in una sola lingua, quella inglese, la frase di benvenuto in città.
Ma Heimat (patria) ed Heimweh (nostalgia), due bellissime parole della lingua tedesca, si fanno sentire e mettono da parte sterili considerazioni personali. La città di Bolzano, la cui esistenza è documentata già in epoca romana, conta circa 100000 abitanti ed è situata in una conca a 265 metri sul livello del mare alla confluenza di tre corsi d'acqua (Talvera, Isarco ed Adige).
Il centro storico si sviluppa sull'asse di Via Portici, Piazza delle Erbe e Via Museo e da alcune vie parallele nelle quali si può ammirare l'architettura tipica del posto. Ai bordi del centro storico si trovano da una parte il Duomo e Piazza Walter (sede nel periodo natalizio del Christkindlmarkt) e dall'altra Piazza Vittoria ed il museo con Oetzi (quel disgraziato dell'età del rame congelato nel ghiacciaio del Similaun e trovato qualche anno fa al confine tra Italia ed Austria). Nel mezzo si trovano chiese, negozi, ristoranti, dove scoprire l'arte del posto, acquistare vestiti in Loden e ceramiche Thun, mangiare canederli (Knoedel) e dolci, direi soprattutto dolci: il classico strudel di mele (Apfelstrudel) o, per citare qualche variante non troppo conosciuta, quello di ricotta (Topfenstrudel) o di semi di papavero (Mohnstrudel). Appena fuori dal centro, è possibile salire in quota (sopra i 1000 metri) con rapide funivie per visitare i paesini sopra Bolzano e prendere il famoso trenino della Loaker con vista sull'altopiano dello Sciliar.
In periferia ampi spazi verdi ed un sacco di ciclabili rendono la città molto vivibile. Se poi vi rimane ancora voglia di girare, nel circondario ci sono diversi castelli: Mareccio, Firmiano, Flavon e Roncolo ognuno con la sua storia da conoscere.
Il tempo di riassaporare i luoghi natii ed è già il momento di ricaricare la macchina con un po' di provviste tra cui Speck, Wuerstel e Crauti riprendere la strada in direzione sud.
Se da un lato c'è Heimweh, dall'altro c'è il richiamo al presente con Modena che aspetta! In attesa della prossima occasione, un ultimo saluto alla valle dell'Adige e via attraverso quella pianura, per me sterminata, dove scorre il Po.
2010-12-09
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