L'emozione per amore dell'emozione è lo scopo dell'arte; l'emozione per amore dell'azione è lo scopo della vita (Oscar Wilde).
Andavi a vedere l'orso Pippo, scappando dai pavoni
Dici foto, non fòto, e würstel, non wustel o wiustel
Sei convinto che si chiamino crostoli e non chiacchiere
Per andare a scuola scendevi in piazza Vittoria
Alle superiori hai fatto via Cadorna un migliaio di volte per andare a scuola
Quando vai fuori Bolzano chiedi una cicca e ti danno inevitabilmente una ciunga
Quando vai fuori Bolzano chiedi una ciunga e ti chiedono se sei pazzo
Ricevi il sacchetto per S. Nicolò e non per l'Immacolata
Non hai un dialetto, e nemmeno un accento, ma fuori Bolzano sei tu quello con l'accento strano
Tratto dal Blog di Sandro Rizzetto
Buonasera, un fine settimana lungo ho approfittato per tornare a Bolzano a trovare mia mamma per un paio di giorni. E' sempre un piacere tornare a Bolzano. Di fronte alla propria zona di origine i sentimenti abbondano e questa volta ho sentito il bisogno di tornare alle mie origini, facendo una sorta di viaggio iniziatico per le vie della mia adolescenza più lontana. Non so come mai mi è venuto questo desiderio, in ogni caso ho preso sabato subito dopo pranzo la linea del bus numero 8 della mitica SASA (dall'Ospedale a Piazza Dogana) ed in spregio al caldo torrido che colpiva anche l'Alto Adige mi sono incamminato verso la via della mia fanciullezza: una strada senza uscita che si inerpica con un tornante per le pendici di Monte Tondo che si chiama Via Sant'Osvaldo.
La viuzza me la immaginavo più grande ma la vegetazione bella e rigogliosa mi ha accolto allora come adesso. Associo il periodo di vita in questa zona ad una grande solitudine: la zona aveva pochi amici e non avevo grandi occasioni di giocare con altri bimbi. Inoltre la strada in salita (o discesa, vedete voi) era alquanto pericolosa ed andare in bicicletta non era il massimo. Ricordo che nella discesa che si vede nella seconda foto venni una volta morso da un cane. Mentre all'ingresso della via (prima fotografia) scendevamo la sera ad aspettare mio padre che tornava con una lambretta gialla dal lavoro e mi portava a fare un breve giretto con lui sulla sua motocicletta. Per trovare un posto per giocare mia mamma doveva portarmi fino alle passeggiate del Talvera, era più il tempo per andare e venire che quello che si restava a giocare davvero.....
Anche se dalla descrizione può non sembrare ho comunque un bel ricordo del posto: avevo un amico del cuore e l'appartamento mi piaceva.
Poco lontano da qui inizia il tratto centrale delle passeggiate di Sant'Osvaldo dove con una sorta di zeta in salita si arriva ad una piazzetta che ricorda il progettista dell'opera Karl von Ritter.
Da qui si può scegliere se andare da una parte, verso la periferia nord della città oppure dall'altra per la zona di Santa Maddalena (dove fanno un buon vino). Per i veri arditi poi c'e' anche l'opzione di continuare la salita per raggiungere la sommità del Monte Tondo e poi il Renon ma qui siamo in un altro livello.... La via più ricca di ricordi è quella per la periferia, quindi proseguendo in un falso piano con vista sulla città, arrivo ad una opera naturale che ricorda un cane e poco dopo ho trovato una fontanella che è stata una vera benedizione trovare lì (con il caldo....).
Dalla fontanella si inizia a scendere anche a zig-zag costeggiando delle stupende vigne fino ad arrivare nella zona di Sant'Antonio, dove tra l'altro finiscono le passeggiate del Talvera. Tante volte ho percorso questa passeggiata ma era da almeno vent'anni che non ne seguivo i declivi. Mi è sembrata identica a come l'avevo lasciata se non fosse per delle alte reti che separano il sentiero dalle vigne come per paura di indebiti intromissioni dei viandanti.....
Dopo la passeggiata sono sceso per il lato del torrente Talvera che volge verso San Genesio e qui ho accostato alcuni campi di calcio dove da giovane giocavo: l'erba sintetica moderna niente ha a che fare con la terra battuta e la polvere di 25-30 anni fa ma forse meglio ora che allora....
Inoltre ho rivisto da fuori la scuola superiore che ho frequentato: l'ITI G. Galilei di Bolzano.
Continuando a scendere ho visto il posto dove una volta c'era la gabbia dell'Orso Pippo (una istituzione per noi bimbi dell'epoca) trovando una sorta di anfiteatro nuovo che ha coperto il vecchio buco ma al suo fiando una fontana che ricordo anche quando andavo a giocare lì (e scappavo dai pavoni).
Arrivato in fondo alla passeggiata del Talvera poi ho proseguito a piedi (e sotto il solleone) per la ciclabile che segue la vecchia linea ferroviaria della Bolzano-Merano, costeggiando il Lido (pieno di gente) ed arrivando a via Resia mi sono indirizzato verso casa (ormai senza più quasi energie per lo sforzo ed il caldo).
Quando poi sono ripartito per l'Emilia Romgna, ho scattato una fotografia alla vecchia funivia del Colle: piccole e scomode come queste non ne fanno più ma quanto ero contento da piccolo di poterle usare.... Il viaggio nel mio passato è stato un rimestare un po' di tristezza ed anche tanta gioia sommergendomi in tanti ricordi belli e brutti della mia giovinezza. Penso comunque che il proprio passato è la migliore fondamenta per il proprio futuro e riguardarla ogni tanto non faccia male!
Buona serata!
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