La più sublime, la più nobile tra le Fisiche scienze ella è senza dubbio l'Astronomia. L'uomo s'innalza per mezzo di essa come al di sopra di sé medesimo, e giunge a capire la causa dei fenomeni più straordinari. (Giacomo Leopardi)
Chi nella vita non è rimasto almeno una volta a naso all'insu' a guardare la luna e le stelle, affascinato dalla loro luminosità e scambiando una stella particolarmente luminosa per un UFO fermo a mezz'aria in attesa di chissà quale evento? Io sono uno tra quelli e devo dire che anche il posto dove osservare gioca di volta in volta un ruolo importante nel guardare gli astri. Una zona in aperta campagna con quel silenzio rumoroso composto da zefiri di vento, frinire di cicale oppure in montagna tra l'odore dei pini e i richiami delle civette. Quando stavo a Bolzano, c'era un vicino di casa appassionato di astronomia: un paio di volte siamo partiti da casa la sera per andare sul Renon, una montagna vicina (è necessario stare in zone lontano dalle luminose città per vedere meglio) e piazzato il suo telescopio guardammo le costellazioni in quell'ambiente irreale di cui descrivevo prima. Per il fatto che ricordo più il contorno che l'osservare le stelle forse non farà di me un appassionato, resta il fatto che il mio amico puntava il suo strumento e poi dovevamo inseguire il corpo celeste con continue correzioni al meccanismo del sistema in quanto le stelle stanno ferme ma la terra ruota e va a spasso per il cosmo! Penso mi fece vedere la Luna e poi Giove, ricordo i crateri della luna che sembravano veramente enormi visti con quello strumento, quasi potessi toccarli! Dopo quelle esperienze giovanili (avevo poco più di 18 anni, così da poter guidare la macchina) non ho avuto altre occasioni al riguardo, se non sentimentali momenti dove ad occhio nudo potevo guardare la volta celeste. Come in viaggio di nozze, in Australia, a cercare di guardare le costellazioni senza avere idea di dove guardare veramente, non riuscendo per inesperienza e magari pigrizia a ritrovarle nel cielo.
E' per questo che quando ho scoperto che un mio collega di lavoro ha la passione per questo hobby, non ho resistito ed ho voluto fargli delle domande alle quali ben si è prestato. Preparando il testo, a forza di scrivere astronomia, m'e' scappato di scrivere astrologia, spero non se la sia presa troppo male ad essere paragonato ad una attività tanto lontana quanto magari affine... Grazie per la disponibilità e le informazioni riportate.
D.: Puoi descrivere cos'e' l'astronomia?
R.: E' lo studio delle stelle, dell'universo e di tutti i corpi celesti. Per me è, inoltre, una grandiosa passione che mi prende ormai da tantissimi anni e che è cresciuta con me.
D.: C'e' ancora qualcosa da scoprire in questo ambito?
R.: Tanto, tantissimo - anche se sono stati fatti passi da gigante grazie a Hubble prima e a tante sonde/satelliti dopo. Nonostante oggi si sappia tanto, la formazione e l'evoluzione dell'universo sono ancora basate su ipotesi/assiomi che non riusciamo a dimostrare.
D.: Qual'e' il "kit" del principiante?
R.: Un paio di occhi e un buon atlante, tutto qua. Ovviamente sono utili solo sotto un buon cielo, almeno rurale meglio se di montagna. Poi il principiante evolve e integra gli occhi con uno strumento - un bincolo, un telescopio, eventualmente una macchina fotografica o meglio ancora una camera di ripresa dedicata che gli permetta di immortalare le profondità dell'universo. E, come tutte le cose, al perfezionamento non c'è mai fine.
D.: Puoi raccontarci la preparazione ad una serata con il telescopio?
R.: Nel mio caso, che è puramente legato alla ripresa di oggetti del cielo profondo con telescopio e camera CCD, è molto complesso e abbastanza lungo. Tiro fuori la montatura, ossia la base su cui appoggia il telescopio e il sistema di ripresa, motorizzata in entrambi gli assi e computerizzata in modo da avere puntamento assistito agli oggetti e un perfetto inseguimento che compensi il moto relativo della terra rispetto alle stelle fisse. Allineo la montatura al polo nord celeste attraverso il cannocchiale polare, uno strumento dedicato che permette di minimizzare gli errori fisici di puntamento. A quel punto monto il telescopio e la camera di ripresa, bilancio il tutto e verifico l'allineamento. Collego il computer alla montatura e alla camera di ripresa, accendo la camera e attivo il sistema di raffreddamento dei sensori di ripresa e di guida, termostatando la temperatura intorno a -35C° rispetto all'ambiente. Mentre aspetto la stabilizzazione termica, inizializzo il sistema di puntamento e i motori attraverso l'allineamento software di una mappa virtuale con il modello interno del computer di controllo a bordo della montatura. Setto latitudine, longitudine, tempo universale e inizio le routine di allineamento ad alcune stelle da ambo i lati del meridiano. Utilizzo gli errori di puntamento in questa fase per costruire un modello statistico che permetta di prevedere gli errori e definisco i valori dei guadagni di correzione da applicare durante lo spostamento del telescopio nella volta celeste. Una volta raggiunto l'equilibrio termico dei sensori, punto una stella mediamente luminosa che comunque non mandi in saturazione la dinamica (16 bit) del convertitore AD della camera e inizio la procedura di messa a fuoco in modo da minimizzare il valore FWHM della stessa (ampiezza della curva di luce della stella a metà potenza). In questo modo assicuro che il sistema sia perfettamente a fuoco almeno per avviare le riprese. Ora posso digitare sulla tastiera il nome dell'oggetto e ascoltare il rumore sordo dei motori servo che spostano il telescopio attraverso la volta celeste prima di avviare una ripresa di pochi minuti per verificare il centraggio e poi ingaggiare la guida su una stella di campo e iniziare la ripresa vera e propria, di durata variabile tra qualche decina di minuti e anche alcune ore.
D.: Perchè è interessante malgrado esistano degli strumenti (osservatori) dedicati all'osservazione celeste?
R.: Perchè un normale telescopio di un dilettante accoppiato a una camera di ripresa CCD raffreddata raggiunge la stessa profondità di ripresa di un osservatorio professionale.
D.: Qual'e' il corpo celeste che piu' ti piace osservare? Perchè?
R.: Le galassie. Sono fantastiche perchè sono degli universi isola che, a modo di frattali, contengono una copia del mondo in sè. E poi, da un cielo cristallino, sono oggetti molto affascinanti da osservare!
D.: Con quale regola viene dato il nome ad un nuovo corpo celeste?
R.: In base allo scopritore e ad altri parametri più o meno complessi.
D.: "E quindi uscimmo a riveder le stelle": con chi vorresti essere accompagnato in una serata astronomica?
R.: Dai miei amici che mi accompagnano sempre e dalla mia famiglia.
D.: Se non ricordo male, in un emisfero terrestre e' possibile vedere solo una parte della volta celeste. Tu hai visto anche l'altra metà con il telescopio? Che effetto ti ha fatto?
R.: Ho visto l'altro emisfero senza telescopio e sono rimasto senza fiato - forse la location ha contribuito molto: il cielo nero e cristallino del lago Titicaca a 3.800m di altitudine.Orione era praticamente irriconoscibile da quante stelle si vedevano...
D.: Per vedere le stelle bisogna essere al buio. Sarebbe possibile osservare i corpi celesti anche di giorno?
R.: Sì e no. Le stelle più brillanti tipo Sirio e i pianeti principali si, per gli altri corpi non c'è chanche alcuna. E' una questione della brillanza del cielo verso la magnitudine del corpo osservato.
Poi c'è la storia delle stelle dal pozzo ("dal fondo di un pozzo molto cupo si possono di giorno vedere le stelle in cielo allora, disse che il pozzo equivaleva alla canna del telescopio, le lenti ai vapori che si formano nella parte superiore del pozzo e producono una densità trasparente, passando attraverso la quale la vista ne risulta fortificata"), ma non è assolutamente vera!
D.: L'astrologia sembra per nottambuli: mai successo di esserti addormentato "sul pezzo"?
R.: Astrologia?!? Astronomia... No, non mi sono mai addormentato!
D.: Ultima domanda: perché l'astronomia come hobby?
R.: Non lo so. So solo che è nata per caso grazie a un libro che mi fu regalato per la mia comunione. Da lì le prime uscite in solitaria con il binocolo, poi il primo telescopio rifrattore da 60 mm (grazie babbo e mamma), poi il cassegrain da 235 mm, una nuova montatura molto robusta e grande, il computer di puntamento, poi il telescopio da 100 mm alla fluorite (un gioiello), alcune camere ccd professionali, un sistema di ottica adattiva e una valigetta di oculari premium.Ora c'è in corso una revisione profonda di tutta la strumentazione (ho messo tutto in vendita) per tornare indietro alle origini - non ho più voglia di riprendere, voglio tornare a vedere con gli occhi. E per questo ho pianificato uno strumento molto grande, perfetto, fatto da un maestro artigiano qua in italia. Spero di essere operativo già per Natale di quest'anno!
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