Se tutti gli economisti fossero stesi uno accanto all'altro, non raggiungerebbero una conclusione (George Bernard Shaw).
Da tempo sono convinto che la sovrastruttura finanziario-borsistica con le caratteristiche che presenta nei paesi capitalisticamente avanzati favorisca non già il vigore competitivo ma un gioco spregiudicato di tipo predatorio, che opera sistematicamente a danno di categorie innumerevoli e sprovvedute di risparmiatori in un quadro istituzionale che di fatto consente e legittima la ricorrente decurtazione o il pratico spossessamento dei loro peculi. Esiste una evidente incoerenza tra i condizionamenti di ogni genere che vincolano l'attività produttiva reale dei vari settori agricoli industriali, di intermediazione commerciale e la concreta licenza di espropriare l'altrui risparmio che esiste per i mercati finanziari (Federico Caffè).
Salve a tutti, sono ormai parecchi anni che osservo oppure ho provato molto marginalmente ad interagire con il mondo dell'
economia e della
finanza. Vista la situazione parecchio fuori controllo degli ultimi mesi, almeno secondo il mio opinabile punto di vista, vorrei condividere con voi alcuni spunti basati sull'esperienza che mi sono fatto in questi anni. Insisto su un punto: chi scrive ne sa poco o nulla sull'argomento - magari uso anche termini impropri - sono solo considerazioni personali in libertà. Sarò ben lieto di accogliere e pubblicare anche pareri di altre persone.
C'era una volta la
Lira Italiana ormai come denominata da un noto
presentatore televisivo in una trasmissione preserale di qualche anno fa "Vecchio Conio". Ci sono vissuto per anni, i nonni o altri parenti mi regalavano ogni tanto un soldino oppure anche 1000 lire ed io mettevo tutto nella musina (o salvadanaio) e poi portavo (quando ero un po' piu' grande) alla banca dove avevo uno di quei conti per ragazzi che anno dopo anno cresceva poco a poco. Ricordo inoltre che quando ero piccolo sono esistite per un breve periodo le banconote da 50, 100 e 500 lire. Poi sono sparite insieme alle monetine da 1, 2 e 5 lire. Quelle da 10 e 20 sono sparite piu' avanti poco prima che sparisse tutto il "vecchio conio". Inutile dire dei vecchi gettoni del telefono, anch'essi parte integrante della nostra gioventù (ricordate quando passarono di valore da 100 a 200 lire?) e spariti anche loro preda delle tessere del telefono (ormai sparite anche quelle assieme alle cabine). C'e' stato poi un momento, quando ho avuto 18 anni (e dovevo chiudere il conto per ragazzi), ove grazie a tutti i soldi messi da parte riuscii ad acquistare un
BOT. Che passo avanti: attendere l'asta di collocamento dei titoli, vedere se venivi accettato, dare via dei soldi per un certo periodo e riaverne di piu' alla fine: concetti strani ma non anormali in chi ha un minimo di senso del risparmio. Ricordo che rimasi stupito dal fatto che pur chiedendo, che ne so, 5.000.000 di lire te ne prelevavano 4.612.432,23 e te ne restituivano l'importo totale a scadenza. Notate che il conto arrivava alla virgola (ovvero ai centesimi di lira) che da tanto nessuno usava più.... A quei tempi i tassi di interesse erano elevati (anche il 10%) e nessuna faceva una piega a questo valore. Dopo un paio di anni a BOT comprai con quei soldi un BUND (buono del tesoro tedesco) a 5 anni (credo) e fu, come investimento, una vera goduria: all'epoca un Marco tedesco valeva circa 600 Lire, l'Italia era nello
SME e nel 1992 fini' sotto speculazione insieme all'Inghilterra e fu costretta a svalutare la propria moneta prima ed ad uscire dallo SME stesso in un secondo momento. Al termine di questo scherzetto un Marco tedesco valeva circa 900 lire e quindi l'investimento fu molto proficuo.
Come privato cittadino ando' bene, come cittadino Italiano un po' peggio, direi: il Presidente del Consiglio dell'epoca,
Giuliano Amato, "nel suo primo mandato da Presidente del Consiglio si trovò ad affrontare una difficile situazione finanziaria. Per questa ragione, l'11 luglio del 1992 emise un decreto da 30000 miliardi in cui tra le altre cose veniva deliberato (retroattivamente al 9 luglio) il prelievo forzoso del 6 per mille dai conti correnti bancari per un interesse di straordinario rilievo, in relazione ad una situazione di drammatica emergenza della finanza pubblica (...). Dopo aver perso pesantemente la battaglia contro la svalutazione della lira, nell'autunno dello stesso anno varò una manovra finanziaria lacrime e sangue da 93000 miliardi di lire (contenente tagli di spesa e incrementi delle imposte), per frenare l'ascesa del deficit pubblico, e la prima riforma delle pensioni". Dopo questo rientrammo nello SME e riuscimmo anche ad avere l'Euro diversi anni dopo.
Rileggendo sopra mi domando se quello che ho scritto non sia terribilmente attuale, probabilmente se riesco a ricostruire io le informazioni in questo modo chissà chi lo fa per mestiere.... Comunque
la prima lezione che ho imparato è che il vantaggio di pochi è pagato da una collettività molto maggiore.
Dopo questi piccoli investimenti di gioventu', l'economia non si è ripresentata davanti a me per un bel po' di tempo (studiando non si ha tempo di fare trading con i soldi necessari a pagarsi gli studi...): ho lasciato scorrere la bolla della
New Economy del 2000, la crisi susseguente l'attacco alle
Torri Gemelle e sono arrivato a comprare casa nel 2002 dove ho dovuto fare un mutuo. Io scelsi il tasso fisso (quando i tassi Banca Centrale Europea erano intorno al 4% credo) perchè reputai sbagliato fare un investimento di lungo periodo (come un mutuo) a tasso variabile non sapendo come potessero evolversi le situazioni. Fu cosi' che con la mia rata fissa, ma nota a priori, andai avanti a pagare avendo sotto controllo le mie finanze (a costo di pagare un po' di piu' proprio per avere questa tranquillità). Solo che questo pensiero sembra l'abbiano avuto in pochi in quegli anni, o pochi hanno voluto mantenere fisso il proprio tasso del mutuo di fronte ad altre proposte a tasso variabile. Ed inoltre la situazione ha pensato bene di farsi complicata grazie al
mondo finanziario, ovvero le cartolarizzazioni hanno spinto in su i tassi mettendo in crisi tutte le famiglie che avevano quei mutui a tasso variabile fino a quando lo Stato Italiano non è intervenuto mettendo un tetto a quel genere di mutui
pagando la differenza alle famiglie: ed essendo lo Stato finanziato anche da chi ha scelto il mutuo a tasso fisso possiamo semplicisticamente dire che chi aveva cercato di fare i conti con l'oste si è trovato anche la sorpresa nel conto di aver pagato un po' di tasso variabile a qualcun'altro.
E qui arriviamo ad una
seconda lezione: i risparmiatori finali rimangono con il cerino in mano (ovvero tutti cercano di scaricare i rischi di una qualunque operazione su qualcun altro che di solito è l'anello debole della catena).
Ma ce ne è anche una
terza: le regole del gioco nella finanza sono fatte per non essere rispettate. Infatti quando le cose vanno bene sono tutti a predicare bene ed a dire che ci sono delle regole ferree (agenzie di rating, controlli di Autority indipendenti, banche Nazionali e sovrannazionali), quando vanno male sono tutti a chiedere aiuto e di conseguenza a derogare sulle regola oppure a battere cassa anche a chi si è mosso piu' prudentemente.
Sempre da questo esempio arriviamo alla
quarta lezione: a fare le formiche ti senti preso in giro. Il mondo sembra fatto per le cicale (divertiamoci finchè possiamo) tanto poi qualche formica che condivide le scorte (volente o nolente) si trova sempre. In questo è sempre stato un mistero per me il fatto che la crisi subprime abbia investito anche l'Italia dove c'era un indebitamento delle famiglie basso ma vedendoci come un popolo di formichine il tutto puo' tornare.
Dopo che avevo aperto il mutuo, passato un paio di anni per vedere come le finanze familiari si evolvevano, ecco avere comunque qualche soldarello da parte. Poca cosa ma le banche hanno la cattiva abitudine di chiederti interessi dell'8% se chiedi un prestito ma ti danno lo 0,00005% se li tieni nel conto, e viene voglia di investire altrove. Con gli interessi sui BOT molto bassi in quel periodo, evitando prodotti troppo complessi come azioni singole oppure
commodities, rimanevano in pista degli investimenti su fondi di investimento di rischio crescente: obbligazionari su emissioni aziendali, azionari italiani, azionari esteri, e così via. Dopo le difficoltà delle Torri Gemelle le borse sembravano dei
tori scatenati. A quanto ho capito, la borsa in toro sale (il toro da le cornate dal basso verso l'alto quando attacca) mentre quando è in orso scende (l'orso mena fendenti dall'alto verso il basso). Allora, prima di qualunque scelta, uno si informa: legge riviste, quotidiani, libri, segue trasmissioni economiche (è qui che mi sono
appassionato a Radio24) ed alla fine decide cosa fare. Le azioni sembravano, prendendo un fondo, un valido investimento essendoci la statistica che le borse mediamente hanno guadagnato il 5% ogni anno e perfino il Giappone sembrava uscire dalla sua atavica stagnazione economica.... Allora parlai con l'esperto della banca che fu di grandissima utilità nel mostrarmi i prodotti di casa mentre mi lascio' massima libertà nelle decisioni spicciole. Almeno non cerco' di suggerire operazioni strane (i casi
Cirio e
Parmalat non erano lontani nel tempo) ed io feci dei piccoli investimenti divisi tra azionario e obbligazionario utilizzando il principio che meglio mettere le uova in panieri diversi che se se ne rompe uno almeno gli altri mantengono sane le uova. Dopodichè preparai un bel foglio di calcolo e seguii appassionatamente l'evolversi dei fondi giorno per giorno. Quando Ti interessi a questo scopri delle cose strane:
- la prima cosa è che le azioni dovrebbero essere una sorta di valore che viene dato ad una azienda e tu acquistandone una credi in quella azienda e le dai valore. Se l'azienda va bene accresce quel valore, se va male fallisce. Invece l'andamento non segue alcuna regola apparente.
Ad esempio, i titoli petroliferi: almeno finchè non inventiamo o scopriamo qualcosa di nuovo abbiamo tutti bisogno di petrolio, quindi l'azienda dovrebbe avere sempre un buon valore perché produce un bene necessario. Ed invece il settore varia all'impazzata aggrappandosi una volta al valore del barile di petrolio (ma l'azienda in teoria scarica questo costo sul consumatore quindi cosa cambia al suo valore) ed all'altra ad informazioni su stato dei giacimenti che ancora non si sono esplorati;
- la seconda cosa sono le
vendite allo scoperto: come è possibile vendere qualcosa che non si possiede prendendola a prestito (in questo caso delle azioni) obbligandosi a riprenderle magari lo stesso giorno? Anche in questo caso non è piu' credere nel valore del titolo ma semmai sperare che vada male per guadagnarci sopra;
- la terza cosa sono i fondi stessi: uno si aspetta che "fiutino" le opportunità del mercato per darti quel qualcosa in piu' (per cui hai accettato i loro costi) ed invece hanno un andamento molto simile a quello del mercato: se questo perde il fondo perde, se guadagna il fondo guadagna;
- la quarta cosa sono le interpretazione che gli esperti danno agli eventi: sembra sempre che si cerchi "l'untore" che ha causato il danno o "l'eroe" che ha dato il surplus alla giornata in base alle informazioni del giorno. Ad esempio: un giorno la borsa guadagna il 2%? Merito della diffusione dell'indice manifatturiero degli Stati Uniti che è cresciuto del 5%. Pero' una azienda singola all'interno di quell'indice ha perso il 5%. In quel caso c'e' un report negativo di un analista che consiglia di venderle. Il mese dopo la borsa in un giorno analogo perde il 2%: in questo caso l'indice manifatturiero ha guadagnato il 3% (ma meno delle attese degli analisti e quindi la perdita in borsa) e l'azienda singola della volta precedente ha perso il 3% perchè tutto il comparto ha perso molto.
Capito qualcosa? Direi di no, almeno io non ci sono riuscito del tutto (magari fossi meno ignorante sarebbe tutto più chiaro). Il che ci porta alla
quinta lezione: le azioni non rappresentano un valore (come dovrebbe essere) ma un oggetto per effettuare speculazioni. Senza curarsi dei reali fondamentali dell'azienda stessa.
C'e' anche la
sesta lezione: un pesce piccolo che voglia muoversi in questo mondo fa le cose per caso. Informazioni reali su un dato elemento non sono disponibili (e giustamente altrimenti c'e' del penale come
l'insider trading). Ma degli squali grossi, come
hedge fund,
fondi sovrani pare possano invece muoversi in modo da trovare l'utile da una qualunque loro azione. Come se avessero delle informazioni che noi non abbiamo oppure la forza di deviare i flussi economici al loro volere imprenditoriali.
E speculazione su speculazione si è arrivati alla crisi dei subprime: non appena quello che avevo guadagnato si è volatilizzato ho venduto tutto. Imparando cosi' la
settima lezione: chi ha una vita normale deve fare degli investimenti il meno rischiosi possibili. Ma questa cosa la capisci solo quando la vivi sulle tue spalle, tanto uno pensa sempre "ma non sarò mica io a rimanere con il cerino in mano...".
Ad esempio, abbattere il mutuo con delle estinzioni parziali quando hai dei soldi in piu'porta ad abbassarsi la rata stessa (circolo virtuoso) e quel famoso quattro e passa per cento di tasso sono soldi risparmiati senza rischi aggiuntivi, l'equivalente di un buon investimento.
Alla fine di due-tre anni nel quale ho provato a seguire la finanza ho capito che chi ci aveva sicuramente quadagnato era la banca: ha giocato con i miei soldi senza rischi (per lei) prendendosi comunque le commissioni.
Quindi ecco l'
ottava lezione: gli investimenti finanziari sono come il gioco d'azzardo: vince chi non gioca. La banca è una sorta di "banco" che di solito non perde mai (sentito di casino' che chiudono?).
Dopo tutto questo scrivere spero di non aver annoiato troppo, ma l'argomento mi ha spinto a scrivere. Una critica potrebbe essere "alla fine i miei soldi da qualche parte dovrei pure investirli se in banca non rendono": la mia risposta al riguardo è cercare investimenti con poco rischio che coprino (anche se non sempre) l'inflazione. Tanto con mutuo, figli e qualche desiderio da soddisfare, non si ha molta liquidità da poter parcheggiare in giochini di finanza: meglio cercare investimenti "solidi", con poco rischio e bassi rendimenti e facilmente recuperabili (per urgenze sempre dietro l'angolo che, come penso saprete, la sfortuna ci vede benissimo). Ed inoltre le spese sanno apparire in ogni occasione: macchina nuova, le spese per lo studio dei figli, aiutarli a mettere su famiglia. Quindi se non avete vinto al superenalotto non ci saranno grandi capitali che rischiano di essere erosi dall'inflazione.
Allora, giunti a questo punto cosa puo' pensare un cittadino qualunque come io mi pongo in questa società? Io credo che ci sia qualcosa di sbagliato e che chi ci governa, prendendo spunto dalla storia passata e dai recenti avvenimenti, dovrebbe essere in grado di regolare meglio un fenomeno non illegale (ci mancherebbe) ma che sembra stia avendo un peso troppo grande nei destini del mondo.
Concludo dicendo che abbiamo la
nona lezione: essere informati non è tutto pero' aiuta. Come nella finanza anche in altri aspetti della vita. Lapalissiano ma quando uno è troppo concentrato nell'ottenere una cosa rischia di sottostimare alcuni aspetti (non informarsi abbastanza). Ed intorno non sono tutti lì ad avvisarlo, anzi alcuni sperano che sia un po' distratto apposta.
Ma la lezione piu' importante da tutto questo, secondo me, arriva in fondo:
dobbiamo cercare come cittadini di condividere in modo civile ed aperto tutte le nostre ubbie al fine di arrivare ad un futuro migliore (capire che stiamo sbagliando o far capire agli altri che sarebbe meglio correggere qualcosa). Questo appare effettivamente difficile ma se non ci si prova non ci si riesce sicuro.
E per voi, quali "
lesson learnings" avete avuto da questo argomento? Avete qualche informazione per migliorare le mia visione di quanto vissuto nell'economia? Alla prossima!